Uomo e natura sono legati a doppio filo da un rapporto che ricorda molto da vicino quello esistente tra un figlio e la propria madre.
Un figlio molto piccolo e per niente emancipato, a dir la verità. Tanto è vero che, se dovesse venir meno il genitore, la sua creatura non sopravvivrebbe.
Purtroppo, da molti anni a questa parte, la maggior parte dell’umanità ha completamente dimenticato l’importanza di stare a contatto con la natura.
È una vera e propria necessità fisiologica, anche se l’allontanamento forzato dai contesti rurali ha ormai sopito i nostri bisogni.
La rivoluzione industriale ha svuotato le campagne, l’urbanizzazione ha portato enormi colate di cemento e il progresso tecnologico ha sostituito la natura con le strutture.
Tutto ciò significa che viviamo sempre più spesso in mezzo all’inorganico, lontani dal verde che tanto ci aiuterebbe a stare meglio.
Probabilmente abbiamo tutti ampiamente sottovalutato i danni che ci procura l’immersione forsennata in contesti privi di verde.
Le conseguenze si cominciano a manifestare sotto forma di stress, ansia e depressione.
Tutto questo si spiega perfettamente: la nostra mente viene influenzata non poco dalla realtà sensibile.
È risaputo che circondarsi di bellezza aiuta a vivere con serenità. Al contrario, affacciarsi alla finestra e vedere brutti paesaggi ha un effetto negativo.
Vivere a lungo in un contesto di scarsa piacevolezza estetica può generare una certa malinconia.
Non possiamo affermare con certezza che chi vive in città soffra di questi disturbi; sappiamo però grazie a recenti studi che riappropriarsi degli spazi naturali che ci hanno generato ha un effetto assolutamente benefico per la nostra salute psicofisica.
Secondo una precisa ricerca universitaria, chi vive in zone rurali o abita vicino ad aree verdi è meno stressato degli altri.
Inoltre, la durata di questo benessere mentale è duratura.
Per ripristinare il nostro equilibrio psichico è importante recuperare il legame sanguigno che tutti noi abbiamo con la terra e appena possibile avvicinarci ad essa.
In occasione del fine settimana o nei momenti liberi, una passeggiata di pochi minuti in un parco ha un potere rigenerante da considerare con attenzione.
I profumi delle infiorescenze e degli alberi sono inebrianti e l’ossigeno prodotto dalle piante è estremamente benefico per i nostri polmoni, ormai affumicati dall’elevatissimo inquinamento che ci tocca respirare quotidianamente.
Anche la bicicletta, da usare in ampi spazi verdi, aiuta ad ossigenare a dovere i polmoni. Un po’ di energia sui pedali e l’aumentata ventilazione ci consentirà di fare scorta di aria pulita!
Coltivare l’orto, se abbiamo la possibilità di farne uno, è un’altra attività che può diventare una cura per il corpo e per la mente.
Ci insegna la virtù della pazienza, migliora la forza fisica e aiuta a comprendere che tutta la vita dipende da un ciclo regolare di eventi. Ad ogni azione corrisponde una reazione.
Rassodare il terreno, prepararlo per la semina, innaffiare le sementi e attendere che la terra ci restituisca l’impegno profuso con del cibo sano a chilometro zero.
A questo proposito, un aspetto fondamentale che è venuto a mancare come conseguenza della migrazione verso le città (e il progressivo distacco con la natura) è la scarsa qualità della nostra alimentazione.
Siamo ormai abituati a consumare prodotti industriali che hanno un legame assai remoto con gli organismi dai quali dovrebbero derivare, siano essi animali o piante.
Green therapy non è solo avvicinarsi al verde e viverlo in tutte le sue sfumature.
È anche impegnarsi e riabituare il nostro corpo ad una dieta fatta di verdure – preferibilmente crude – e di frutta fresca.
L’apporto di carboidrati a bassissimo indice glicemico e di sali minerali che ci assicura il consumo di ortaggi è basilare.
I sapori completamente artefatti del cibo industriale, che fa leva sulla sensibilità del nostro organismo agli zuccheri semplici, ha alterato la nostra capacità di gustare i sapori dei prodotti freschi.
Con un po’ di pratica, però, sarà facile tornare ad apprezzare quello che ci offre la coltivazione diretta di frutta e ortaggi.
Rientrano a pieno titolo nel novero dei frutti freschi anche le olive. In particolare, le Olive Taggiasca della linea Frutto d’Italia sono un prodotto eccezionale per qualità e quantità di nutrienti essenziali.
I grassi monoinsaturi che contengono hanno un effetto positivo sul metabolismo del colesterolo e apportano anche una certa quantità di antiossidanti.
Non solo, stimolano l’appetito e al contempo migliorano il processo digestivo.
…e poi, cosa c’è di più green di un’oliva?